domenica 5 aprile 2009

Clockworks and chainguns.


Hound passeggiava lungo la sala delle riunioni dell'Enclave, lastricata di marmo nero, percorrendo le sottili linee di oro che disegnavano arcane forme dense di potere, volontà e significato. Approfitta per togliere un ragno da una ragnatela stupendosi del fatto che già ci siano ragni, quando ancora aleggia nell'aria l'odore di calce della Ricostruzione.

Molte cose sono andate diversamente dalle sue previsioni, e si rammenta mentalmente di non dare troppo peso a quelle future.

Si chiede quando mai il mondo potrà fare a meno della violenza, mentre spegne il sigaro nel portacenere ricavato dal teschio metallico di un necroteck e traccia le ultime linee del suo ultimo progetto.

**sulle note di Thunderstuck, degli AC/DC** -> http://www.youtube.com/watch?v=3044q7hEUHs

Continua a sperare di capire, prima o poi, Hound. Si sente come una foca che spera di volare. Stupido e illuso. Ma non per questo rinuncia alle sue ricerche. E se Tyche ha deciso che la strada per la conoscenza deve passare attraverso (in senso fisico) ai suoi rivali, tanto peggio per loro, sussurra all'aria mentre tende la catena della sega circolare regolando finemente i registri.

Si accende un altro sigaro mentre collauda il lanciafiamme, sogghignando mentre riflette nel silenzio dell'Officina. Massì.. dopotutto non è mai stato un tipo da libri e congetture. La realtà è stupenda e va vissuta, talvolta smontata per vedere com'è fatta dentro, e in entrambi i casi amata fino al suo ultimo respiro, per le informazioni che se ne possono ricavare. Informazioni che, tessera dopo tessera, gli hanno permesso di scoprire il Grande Disegno, fino a capire l'Unica Legge, che muove il cosmo stesso.

L'Illuminazione, finalmente. Il poter vedere e toccare il primo motore del cosmo stesso, e il sapere come spostare gli ingranaggi per modificarne il corso primitivo dal cui logoramento nevicano le tetraparticelle divine. Il nascere dal nulla, per l'al nulla ritornare, delle triparticelle arcane, in perfetto equilibrio entropico, e la loro breve ma incantevole danza, di cui si arroga ogni tanto il diritto di far da direttore d'orchestra.

Poi le energie elementali, che scorrono una nell'altra annuendo al paradosso. Bastava annuire a loro, sintonizzarsi sulla loro frequenza, per evitare di restarne travolti, quando vogliono giocare con la tua carne e le tue ossa. Il nuovo Selettore Proenergetico Immunizzante Attivo, l'unità SPIA, montata in prototipo sulla sua nuova armatura, lo fa sospirare.

Il sospiro riecheggia nel silenzio delle sale dell'Enclave, di giorno brulicanti di menti e di corpi, di notte abitate solo da lui e dall'ineffabile presenza di Mainstream, nella Sala Metasensoriale, in cui ella crea oggetti polidimensionali che più di una volta hanno lasciato l'incauto apprendista di turno capace di esprimersi solo a monosillabi per molti giorni.

Lui la pensa. Lei la pensa. E nessuno dei due sa cosa vuol dire provare qualcosa.

Rumore di otturatore perfettamente oliato che scorre esattamente nella sua posizione.

Eco.
Interludio

Prima dell'alba

Episodio 2: un silenzio di tomba.


Presto o tardi lo sapranno.
Scrivo dunque l'ultima partedi questo mio diario, lascio ad altri il gravoso compito di completare le Cronache dei Tempi Morti.
E' giunta anche per me l'ora di andarmene.

Saluto voi, che avete il Destino in pungo. Sento -spero- che non fallirete.

Saluto Ark Wywern, il mio vecchio compagno d'armi... Mi hai salvato la vita così tante volte che ho perso il conto. Sono triste per la tua morte, ma comprendo la tua scelta. Uscendo, hai rotto la protezione di Amanauthor e scatenato la maledizione di Mystril. Lunga vita al Re!

Saluto te, mia amata Sember. Non posso non versare lacrime per la tua perdita, ma so che la tua terra ha bisogno di te per sopravvivere. Chissà, forse un giorno, alla fine del Tempo, ci reincontreremo e avremo la pace e l'intimità che sognavamo, anime gemelle impossibilitate a vivere da mortali. Fai crescere e prosperare il popolo che ami. Un calice di vino amaro, quello che non ho mai sopportato. Alla tua salute!

Saluto colui che morì nel nome della nostra causa. Elmo, mio vecchio amico. Tu solo sapevi controllare lamia furia nei giorni della rabbia e del fuoco, tu solo mi hai battuto in un duello di magia leale. Come diresti tu se fossi tra noi, il Cerchio non si spezza, nè finisce: si ripresenta sempre uguale e diverso. Ti dedico questo crisantemo, qui sul luogo del monumento che ti fu eretto.

Saluto persino te, Szat. Hai fatto la tua scelta, siamo stati ai patti e ti abbiamo lasciato in pace. Ora il Confine Eterno non esiste più: come ti comporterai? Io credo che scoprirai di non essere più adatto al mondo... Se non decderai di cambiare a tua volta. Scoprirai che essere Immortali è una dannazione, se non si vive da mortali.

Gli adepti sono oramai usciti, i maestri mandati al mondo a insegnare le arti antiche. Presto la conoscenza del Monastero sarà di nuovo libera, e questo grazie alla nuova e illuminata era. Il suo ruolo di biblioteca e custiodia è finito, il suo testamento donato. Chiudo a chiave i portoni, ma mentre mi allontano già i primi segni della ricomparsa del Tempo comnciano a deturpare la struttura che una volta era eterna. Ironie dell'Astrale.

Ho raggiunto il Sacro Padiglione del Cynesurikon. Saluto le statue degli Dei, rendo omaggio alle Tavole del Destino e all' Obelisco dell' Yggdrasil. Mille mondi, mille varianti, sempre gli stessi punti fermi. Lo splendore del Creato così come è stato ordinato dall' Apeiron.

Preparo il mio ultimo Rituale. Mentre intono le prime sillabe, sento lo sguardo pesante di Jergal che si posa su di me dall' alto degli Inferni. Non lo temo. Lo sfido a interrompermi.
A metà rito, la furia dell' Incantesimo Fenice comincia a imperversare, trasformando il padiglione in un inferno rovente. L'unico posto legato a questo Faerun in grado di sopportarne la potenza senza sgretolarsi è il Cynesurikon stesso.
HA! Sapevo che avvrebbe provato a stendere la sua mano. Ma sapevo anche che qualcun altro la avrebbe fermata. Grazie, mio vecchissimo amico.
E ora VIA! Sull'ali della Fenice, a rinascere in un nuovo mondo, a compiere nuove imprese!
Saluti amici, saluti! Qui non servo più.
Altrove, dove dovrò essere, su, su, su fino alla Cuspide e poi di nuovo giù!
Ci si rivedrà, alla fine del Tempo, nelle sale degli Eroi a ridere con gli Dei!