lunedì 25 agosto 2008

Capitolo 3:
Cani nella Nebbia


Episodio 9:
Una misura d'acqua.

Arrivano con la pioggia e il vento, quasi a sottolineare l'umore tetro che li segue. Le loro divergenze, non appianate, risaltano come fuochi inferociti ai miei occhi e li riscaldano inconsciamente.
E' incredibile la differenza fra uomo e eroe. Incredibile come questa differenza sia così sottile, come talvolta -come adesso- non si possa stabilire una regola, un confine fisso che separi le due metà. Ognuno di loro è trascinato dalle proprie scelte, da una forza pervasiva che ne riempie i polmoni, che viene esalata come il vapore da un albero colpito da un fulmine. Adesso, in questo cupo tramonto, sono uomini comuni. Per chi è atto a vedere il fato, questo sarebbe il momento perfetto per colpirli, abbatterli e chiudere il libro della loro storia. Uno già si prepara.
Li guardo attentamente da lontano, un lontano così vicino che posso sentire il puzzo di carne dell'alito di Lord Wyron, che già si mescola a alla fragranza di spezie di cui lui non sa nemmeno i nomi. Posso osservare la pelle del Professor Hound, e vedere il colore delle piccolissime strisce che ne escono,talmente sottili da essere impercettibili a lui... Ma non a me. Vedo Soul, il martoriato non-umano, e ascolto il silenzioso fluire di liquidi senza nome in porosità del metallo troppo strette perchè la scienza dia loro un nome, ma determinanti per le sue scelte.

Hound ha la testa che scoppia. Crede sia solo un raffredore dovuto a questo incivile tempo, ma già sospetta si tratti di altro. Lui sa che qualcosa è accaduto durante la settimana della sua assenza. Qualcosa che ha a che vedere con misteriose creature che si muovevano attorno a lui, esseri deformi alleati del terribile Tancredo, l' Emissario.

Wyron ha una strana sensazione. Lui non la conosce ancora, ma è la stessa che si prova a nuotare in un lago di acido: ti rendi conto del pericolo, senti le molecole sospese nell'aria che sposti sotto la superficie che bruciano e si scompongono, eppure hai ancora tempo per pensare. LA città, che lui crede di non poter vedere oltre la pioggia e gli alberi, non gli piace. Sa che ci saranno problemi. Quando mai non ce ne sono?

Soul. Pù degli altri amo osservare lui. Fra tutti, è quello che più mi rassomiglia. Entrambi siamo implacabili. Entrambi siamo guerrieri senza onore. Entrambi siamo guidati solamente dalle nostre scelte. Eppure, molte cose ci differenziano, i dettagli fanno si che lui sembri un mio specchi deformato,un alterazione della mia gloriosa esistenza passata. Dove io mi muovevo con lucido metodo, lui si sposta senza soluzione di causa. Dove la mia potenza era finalizzata, la sua furia colpisce alla cieca.

Forse mi sto lasciando coinvogere troppo. Ma non posso smettere di guardare. Ecco. L'Avversario fa una mossa.

Loro si avviano nelle Sue fauci. E sono solo, ancora, soltanto, debolmente, tristemente, coraggiosamente umani.

2 commenti:

Andrea ha detto...

Ecco, ora non vedo davvero l'ora di sedermi attorno al tavolo... Pazienza, Andrea, PAZIENZA!

Quella cosa delle striscette poi mi ha AMMAZZATO di curiosità, Luca... :P

Andrea ha detto...

...wait...

..strisce? O_o Quali striscie?!? O_O